Luigi Guarnieri

Quando percorro con la visione tutto il tragitto rimanente (o almeno una parte di esso) tra me e l’eternità dei sogni, ritrovo immancabilmente tutti quei frammenti dispersi dall’umanità, dalle differenti civiltà e culture nell’intera storia del mondo, come presentimento prima percepito e poi vissuto di un emblematico inconscio collettivo che mi incoraggia ad espandere e a chiarificare la creatività e le possibilità di comunicazione che essa promuove inevitabilmente. In particolare il lavoro teorico e sistematico unito ad una nuova rivalutazione della spiritualità nell’arte svolto da artisti come Vasilij V. Kandinskij, Paul Klee e Arnold Schönberg sono da ritenersi per me capisaldi fondamentali per qualsiasi punto di partenza di un’arte dei nostri tempi. Inoltre proprio alcune specifiche propaggini emerse dall’avanguardia musicale del secondo novecento notoriamente iniziata dai vari Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, Luigi Nono, Giorgy Ligeti e Iannis Xenakis, come quella rappresentata ad esempio dal compositore inglese Brian Ferneyhough, hanno fornito ulteriori elementi di approfondimento e di ricerca alla contemporanea complessità dei linguaggi, nonché un importante anello di congiunzione tra la musica e le altre discipline incluse quelle scientifiche.