Luigi Guarnieri

Strumenti

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Strumenti dal mondo collezione personale

John Cage una volta affermò che non occorresse troppo preoccuparsi del nuovo o scoprire profetiche verità mai prima rivelate, poiché tutto in realtà sarebbe molto antico.

Questa dichiarazione significativa del compositore statunitense illumina bene da vicino la possibilità di riscoprire in piena epoca tecnologica la potenzialità e la ricchezza di semplici strumenti musicali primordiali nella loro piena e suggestiva dimensione arcaica ed archetipica.

Il fascino del suono di uno shakuhachi, di uno xiao, di un suling o di un sáo mèo ha una capacità magica unica irripetibile, non realizzabile con nessuna nuova stazione di sintesi sonora né da nessun sofisticato sistema di campioni audio.

Naturalmente questa non vuole essere una negazione a priori delle possibilità e dell’utilizzazione dei mezzi tecnologici oggi a disposizione, ma caso mai, un’ulteriore approfondimento dell’indagine sull’essenza del suono al di là dell’immediata tradizione accademica, avvalendosi di strumenti antichi o desueti o antropologicamente estranei al nostro attuale sistema sonoro per integrarli in nuove e stimolanti situazioni di sperimentazione a tutto campo.